venerdì 11 novembre 2016

HUGO PRATT & CORTO MALTESE



Al Cappello Rosso è particolarmente orgoglioso di poter contribuire questa mostra. Hugo Pratt, girovago e giramondo, richiama perfettamente l'idea che l'albergo ha del viaggio. 


LA MOSTRA:

Oltre 400 opere di Hugo Pratt tra disegni, acquerelli, chine, riviste e le 164 tavole originali di Una ballata del mare salato, un classico della letteratura disegnata in cui appare per la prima volta Corto Maltese. 

Tutto questo nella mostra Hugo Pratt e Corto Maltese - 50 anni di viaggi nel mito che a partire dal 4 novembre fino al 19 marzo 2017 a Palazzo Pepoli - Museo della Storia di Bologna celebra Hugo Pratt e i 50 anni del suo alter ego Corto Maltese: vero e proprio mito letterario del Novecento, l'antieroe che il fumettista fa nascere a La Valletta nel 1887, da un marinaio inglese e da una zingara andalusa, alto un metro e ottantatré, con occhi color del miele e l'inconfondibile anella all’orecchio sinistro. In poche parole, il marinaio romantico e gentiluomoche ha fatto sognare generazioni di lettori. 

Hugo Pratt, conoscitore di uomini e popoli, giramondo, attore, chitarrista, ma soprattutto disegnatore

di una letteratura dell’immaginario senza confini, ci ha regalato alcune delle più belle pagine di intrecci tra finzione e storia del ‘900 in una visione da romantico avventuriero mai scontata. Nato su una spiaggia di Rimini nel 1927,  Pratt ha saputo coniugare e restituire al lettore-sognatore l’importanza del mare, il gioco degli specchi, il tema dell’immaginario e della realtà, le atmosfere tipiche della letteratura picaresca, le donne pericolose, l’arte astratta e il realismo fotografico.

Percorrendo le sale espositive del Museo della Storia ci si imbatte anche in altri personaggi nati

dalla mano e dalla fantasia di Pratt:  Anna della Giungla (1959), Ernie Pike del 1961, La giustizia di Wathee del Sg.t Kirk del 1955, e ancora le incredibili tavole e acquerelli degli Scorpioni del Deserto che conducono il visitatore-viaggiatore nell’Etiopia del 1941-1942 dove a personaggi dell’immaginario si sovrappongono rimandi a personaggi storici. 

Infine si segnala il ricchissimo programma di percorsi didattici dedicati a scuole, gruppi, singoli e famiglie con visite guidate e laboratori dedicati alle scuole, per un viaggio alla scoperta della magia che Pratt ha saputo creare.
Hugo Pratt e Corto Maltese è una mostra  co-prodotta e organizzata da  CMS.Cultura  e Genus Bononiae. Musei nella Città con il sostegno di  Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna  In collaborazione con Cong SA Hugo Pratt Art Properties . La curatela è di Patrizia Zanotti e la collaborazione di Cong – Hugo Pratt Art Properties.

IL VIAGGIO:
Viaggio come ponte tra realtà e immaginazione che conduce ad un mondo magico e bellissimo, pretesto per il divertimento che necessita dello spaesamento per realizzarsi pienamente, e le storie di Corto Maltese sono lo specchio di tutto ciò, anzi sono molto di più, sono un intreccio di visioni e atmosfere, sono un accesso preferenziale per cogliere il senso del viaggio, un esplicito invito a cercarne i tesori del viaggio... la strada necessaria a trovarli è fatta d’avventura e di sogno, seguire una mappa e andare in giro a cercare una suggestione. 
Questa dimensione del viaggio, di suggestioni ed esperienze, è ciò che Al Cappello Rosso cerca di offrire ad ognuno dei nostri ospiti, indipendentemente dalle ragioni che qui lo hanno portato.La nostra lunga storia ci ha insegnato che un albergo è qualcosa di più di un letto comodo e crediamo che ogni viaggio non possa prescindere dalla conoscenza, l'esperienza di vita e il racconto. Un viaggio è un racconto e viaggiare non è altro che la possibilità di leggerlo.
La filosofia di Al Cappello Rosso? Ambire alla modernità nel rispetto di una tradizione d’ospitalità lunga più di 600 anni, aspirare all’internazionalità esaltando l’unicità locale.
Al Cappello Rosso è un albergo in continua evoluzione, specchio fedele della storia di Bologna, perfettamente connesso al tessuto cittadino, i segni di questa affinità sono tangibili. Segni che restano impressi sulle pareti delle stanze. Segni che diventano storie: memoria della città e racconti per gli ospiti. Così nascono le nostre camere, in collaborazione con le principali emergenze culturali cittadine: BilBolBul - Festival Internazionale del Fumetto, Biografilm Festival - International Celebration of Life, Fondazione Teatro Comunale di Bologna, Cheap - Street Poster Art Festival, Cinema Ritrovato Festival e Fondazione Cineteca di Bologna.
Ogni anno, nuovi allestimenti e residenze d'artista arricchiscono la collezione delle nostre camere, senza distinzioni o gerarchie, poiché  qui l’opera lirica convive con l’arte da strada, il fumetto con il film muto, le storie di vita vissuta con l'invenzione e la fiction. 
Obiettivo di queste camere è aggiungere qualcosa in più alla visione di Bologna che i nostri ospiti si aspettano, al di là dei monumenti e dei musei, perché la vita di un albergo risiede nella sua capacità di raccontare il tessuto sociale e culturale in cui è radicato.
Maggiori informazioni e aggiornamenti su  www.mostrapratt.it

venerdì 28 ottobre 2016

BOLOGNA DOPO MORANDI


Giorgio Morandi è stato senza dubbio il dominatore assoluto dell’arte a Bologna nella prima metà del Novecento.

Ma così non si può dire per gli anni successivi, anche se per un ventennio egli ha continuato a lavorare ad alto livello. Via via la “Felsina pittrice” ha fatto i conti con un quadro nazionale e internazionale che andava mutando. La presente mostra cerca di fissare in “stazioni” le fasi principali di questa partecipazione dei nostri artisti alle tendenze esterne, ma nello stesso tempo si propone di individuare caratteri e stili dei singoli autori (tutti nati o attivi nel nostro territorio), segnalando anche la diversa loro importanza attraverso il numero di opere esposte. Queste “stazioni”, riportate anche alle diverse stanze del percorso espositivo, sono in numero di dodici, e i relativi cartelli didattici ne mettono a fuoco di volta in volta i protagonisti e i caratteri salienti. Questo itinerario si apre quando nell’immediato dopoguerra giungono i fermenti del postcubismo, recepiti soprattutto da Sergio Romiti. Ma è in agguato l’esplosione dell’Informale, di cui si rende interprete il maggiore nostro critico di quei tempi, Francesco Arcangeli, che punta sulle sue tre famose “M”, Mandelli, Moreni, Morlotti, al cui seguito pone un quartetto di talenti innovatori di lunga carriera: Vasco Bendini, Giuseppe Ferrari, Bruno Pulga, Sergio Vacchi.

Ma verso la fine degli anni ’50 l’Informale se ne va, si presentano “possibilità di relazione”, attestate 
da Pirro Cuniberti, Mario Nanni, Concetto Pozzati. Queste “relazioni” si vanno sempre più precisando, tanto da chiedere aiuto a forme “popolari”, come suggerito dal fenomeno generale della Pop Art, di cui Pozzati è il nostro migliore interprete. Ma accanto alle possibilità “popolari”, Bendini si sintonizza con le soluzioni più ardite del New-Dada, andando a lavorare al Palazzo Bentivoglio e dando il via ai due nostri artisti di più largo successo internazionale, Pierpaolo Calzolari, attraverso cui anche Bologna può prendere parte all’Arte povera, e Luigi Ontani, che procura il ribaltamento, dal povero al ricco, seguito da altri esponenti della formazione dei Nuovi-nuovi, il cui rilancio di una figurazione gioiosa e stilizzata entra in sintonia con un notevole episodio nostrano, il fumetto di Andrea Pazienza e compagni.


Accanto a chi entra in fenomeni di gruppo, la mostra dà conto anche di presenze solitarie, come Nino Migliori, che sa spremere ogni possibilità dal ricorso alla foto. Infine, la mostra conclude con gli esponenti della Nuova Officina Bolognese, un drappello di baldi operatori, che invadono le pareti e anche i pavimenti con ardite installazioni, facendo anche registrare l’avvenuta supremazia, almeno numerica, delle donne artista sui loro colleghi. Una appendice di questa “stazione”avanzata può essere ammirata nella sala video con una selezione di quanto di meglio i nostri artisti hanno prodotto negli anni con questo mezzo avanzato.




Informations:



palazzofava@genusbononiae.it / +39 051 19936305


venerdì 2 settembre 2016

BOLOGNA - CITY OF EXPERIENCE



BOLOGNA TI ASPETTA:

In settembre la città e i suoi colli vengono inondati da un suggestivo tripudio di colori, dal verde, al giallo fino al bruno rossastro. Questo spettacolo multicolore vale una visita all’aria aperta! Scegliete l'esperienza che fa per voi!

1-  Avete sentito parlare della eccezionale tradizione culinaria di Bologna e volete immergervi completamente nei profumi e nei sapori della città? Questo tour godereccio fa per voi: una visita guidata nel centro storico tra le botteghe della tradizione, accompagnata da una degustazione di salumi dei piatti emiliani e di vini regionali, cioccolato o gelato artigianale e caffè espresso.

  • Tour enogastronomico in centro con guida locale
  • Immergetevi nell’atmosfera dell’antico mercato medievale
  • Degustate i prodotti tipici 

2- Scoprite in bici le zone più suggestive della città con guida locale. Attraversate Bologna pedalando, scoprendo le antiche vie della zona universitaria, i profumi delle gastronomie, i verdi parchi e i suoi angoli segretiIl tour vi garantirà una visita evocativa di Bologna e di alcune aree meno note ai più.
  • Visita guidata di Bologna in bicicletta della durata di 2 ore
  • Catturate l'atmosfera del luogo accompagnati da una guida locale
  • Incluso l’utilizzo di una bici, catena, luci e casco


3- Il centro medievale di Bologna non è mai stato così adatto alle famiglie. Un tour a misura di passeggino tra le piazze e i monumenti più belli del centro… Seguendo una mappa alla ricerca di un tesoro
Divertimento assicurato per tutti.
  • Per famiglie
  • Tour a piedi della città che prevede Piazza Maggiore, Piazza Re Renzo e Piazza Nettuno, con visita alla Basilica di S. Petronio e due soste speciali: l'ingresso a Palazzo d’Accursio per vedere Piazza Maggiore dall’alto (nei giorni di apertura) e il gioco acustico sotto i voltoni di Palazzo Re Enzo
  • Passeggiata attraverso le viuzze e il mercato vecchio del Quadrilatero, con possibilità di fermarsi per shopping o per visitare le antiche botteghe artigiane, per poi raggiungere Piazza S. Stefano e visitare il Chiostro della Basilica delle Sette Chiese, dove si mescolano realtà, culti diversi e fantasia
  • Breve camminata su via Castiglione e arrivo ai Giardini Margherita, luogo ideale per un pic nic, per rilassarsi e per far giocare i bambini 
  • A misura di passeggino


4-  Escursione naturalistica di una giornata, tra campi, rupi e castagneti, alla scoperta di un paesaggio immune allo scorrere del tempo dove a ogni svolta è possibile l’incontro con un’orchidea spontanea o altre piante rare, o con animali elusivi e unici come il lupo e il falco lanario. Dalla Stazione di Pioppe di Salvaro alla Stazione di Lama di Reno.
  • Esplorate le meraviglie naturalistiche dell'Appennino Bolognese, accompagnati da un'esperta guida locale 
  • Pranzo al sacco incluso


5-  Una giornata dedicata ai luoghi e all’arte di Giorgio Morandi: visita ai Fienili del Campiaro e a Casa Morandi di GrizzanaCamminata tra boschi, coltivi e piccoli borghi emblematici della pittura (e incisione) di paesaggio Morandiana. Lungo il percorso saranno predisposti “atelier mobili” in cui sperimentare diverse tecniche pittoriche veloci ispirate all’artista.
  • Visitate i luoghi del grande artista bolognese con una guida locale
  • Scoprite i paesaggi che hanno ispirato le sue opere
  • Mettetevi alla prova con un atelier di pittura 
  • Pranzo al sacco incluso


6-  Un modo originale per scoprire, in vespa, le meraviglie dei colli bolognesi. Basta allontanarsi poco per ritrovarsi immersi in una natura rigogliosa da scoprire, amare e gustare. Un percorso naturalistico alla ricerca di antichi sapori, sentieri, panorami, ville, parchi e monumenti. 

  • Scoprite le meraviglie dei colli bolognesi in Vespa
  • Pranzate in una tipica osteria
  • Noleggio Vespa 50


INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:

BOLOGNA WELCOME

www.bolognawelcome.com
Piazza Maggiore 1/e - 40124

venerdì 22 luglio 2016


I 7 (e più) segreti di Bologna


Storie, leggende, curiosità: ecco la mappa che traccia quei piccoli misteri all'ombra delle Due Torri.

Curiosità: ecco i 7 segreti di Bologna

Curiosità: ecco i 7 segreti di Bologna

Conoscete bene Bologna? Sette come i peccati capitali, come i giorni della settimana, come i nani di Biancaneve. Ebbene sarebbero proprio sette i segreti di Bologna, anche se forse più che di segreti sarebbe meglio parlare di "curiosità": ai bolognesi ecco un test per sapere quanto a fondo conoscono la loro città, ai turisti o a chi è appena arrivato in città una mappa di cose da vedere, alcune delle quali davvero sfiziose. 

Curiosità: ecco i 7 segreti di Bologna

Ecco dunque i sette segreti di Bologna: 


Da Google Maps

1. Le tre frecce conficcate sul soffitto del portico

In Strada Maggiore, proprio all'Ingresso di Corte Isolani, capita spesso di vedere gente con il naso all'insù: guardano le frecce conficcate nel legno di un antico portico, sulle quali si narra una leggenda che racconta di tre briganti intenzionati a colpire a morte un signorotto bolognese, ma distratti poi da una bella fanciulla che stava nuda alla finestra. Morale: sbagliano la mira e le frecce finiscono sul soffitto del portico in legno.  

2. Il voltone del Podestà e il "telefono senza fili". Nessuno stupore se passando sotto il di Palazzo del Podestà si scorgono persone di spalle intente a parlare nei quattro angoli sotto la torre dell’Arengo: il fatto curioso è che i suoni vengano trasmessi da un angolo all'altro. La spiegazione di tale fenomeno? Questo 'canale' di comunicazione a distanza così discreto era stato architettato in epoca mediavale per far confessare i lebbrosi. 


3. La finestrella sulla piccola Venezia. 

A Bologna c'è una "Little Venice". La si vede guardando dentro una piccola finestrella che da via Piella (una traversa di via Augusto Righi) che affaccia su un canale, quello rimasto fra i tanti che nel XII secolo, venivano usati per la navigazione mercantile. Visto il romanticismo dato da questo scorcio inaspettato (che perde molto nei periodi di secca) il muro attorno alla finestrella è stato riempito da cuori disegnati, frasi d'amore e persino da qualche lucchetto in stile Moccia. 

Curiosità: ecco i 7 segreti di Bologna

4. “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”. Ovvero: “Il pane è vita, il vino è allegria, la cannabis è protezione”. Questa scritta, che fa riferimento alla ricchezza che la coltivazione della canapa ha portato a Bologna la si trova in via Indipendenza, quasi all'angolo con via Rizzoli, sotto la Torre Scappi, sulla volta del Canton de’ Fiori.




5. Il dito della statua del Nettuno che diventa un fallo in erezione. 

La bella fontana che con la sua imponente statua dà il nome alla piazza davanti a Salaborsa nasconde un simpatico effetto ottico che consente (se ben posizionati nei pressi della scalinata della biblioteca: ci sarebbe addirittura una mattonella più scura a indicare il punto giusto) di vedere non più l'indice del dio del mare, bensì il fallo in erezione dello stesso Nettuno. Uno scherzo di Giambologna?


6. Quel vaso rotto sulla Torre degli Asinelli

Proprio in cima alla Torre degli Asinelli, sulla quale gli universitari più scaramantici non salgono fino al raggiungimento della laurea (si dice che chi sale non si laurea) c'è un vaso, un vaso rotto che simboleggia le buone qualità di Bologna nella risoluzione dei problemi. 


7. Bologna la Dotta (oltre che 'la Grassa'). 

Sul tavolo della sede dell'Alma Mater Studiorum di Bologna (a Palazzo Poggi) c'è la scritta: “Panum resis”, che indicherebbe che la conoscenza sta alla base di tutte le decisioni. 




Altre 3...(Curiosità)

8. 666 portici fino a San Luca. 

Il portico di San Luca è il più lungo del mondo: misura 3.796 metri e ha 666 arcate. Dall’Arco Bonaccorsi a Porta Saragozza continua su su su, in salita, arrotolandosi su per il Colle della Guardia fino ad arrivare in cima, al Santuario della Madonna di San Luca. Bologna da lassù è stupenda.

9. La Sala da ballo liberty sopra il negozio di H&M


Fu realizzata all’inizio del ‘900 da Augusto Sezanne in stile liberty come sede per il café e il negozio della Majani, la famosa cioccolateria bolognese. Oggi c’è un negozio gigante di H&M.


La parte superiore dell’edificio ospitava un tempo un café, una tea house e una sala da ballo. Da sotto si può vedere il portico con le colonne, i capitelli e il terrazzino in stile liberty, completamente diverso da tutto ciò che lo circonda.

10. Il Complesso delle Sette Chiese


È un complesso religioso chiamato delle “Sette Chiese”, dove sorge in realtà la Basilica di Santo Stefano.
Perché sette chiese? Tutto il complesso era inizialmente formato da sette edifici di culto collegati tra loro. Ora sono rimasti solo quattro, ma il nome è rimasto.
Dalla piazza si vedono la chiesa del Crocifisso, la chiesa del Sepolcro e la chiesa dei Santi Vitale e Agricola (più due sarcofagi che custodiscono i resti dei primi vescovi della città).
Un tempo, pare, c’era un tempio dedicato a Iside e la Basilica vi fu costruita sopra per volere di San Petronio, vescovo di Bologna, che intendeva realizzare una copia del Santo Santo Sepolcro di Gerusalemme.




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venerdì 8 luglio 2016


M+M. 7 GIORNI 


Sala video Collezione Permanente MAMbo

Il MAMbo presenta nei propri spazi espositivi l'opera video 7 giorni del duo artistico tedesco M+M (Marc Weis e Martin de Mattia).


L'esposizione, curata da Laura Carlini Fanfogna e Gino Gianuizzi, è visibile fino al 31 luglio.
L'installazione è costituita da sette episodi, uno per ogni giorno della settimana, che si ispirano a scene di celebri film girati tra gli anni '60 e gli anni '80: Shining, 1980, di Stanley Kubrick per Lunedì; Le Mari de la coiffeuse (Il marito della parucchiera), 1990, di Patrice Leconte per Martedì; Un homme et une femme (Un uomo, una donna), 1966, di Claude Lelouch per Mercoledì; Francesco, 1988, di Liliana Cavani per Giovedì; Tenebre, 1982, di Dario Argento per Venerdì; Saturday Night Fever (La febbre del sabato sera), 1977, di John Badham per Sabato; Le mépris (Il disprezzo), 1963, di Jean-Luc Godard per Domenica.

Il progetto si è sviluppato tra il 2009 e il 2015 ed è stato concepito fin dall'inizio per avere una gestazione prolungata, con un unico protagonista, l'attore austriaco Christoph Luser, che vediamo nella sua evoluzione dai 28 ai 34 anni, il quale nell'ambito dei sette giorni consecutivi si confronta con alcune situazioni ambigue e dai toni emotivi contrastanti nella loro apparente quotidianità.

La doppia narrazione simultanea di ogni giornata/scena, alternata alla successiva con una proiezione su quattro canali, crea un effetto enigmatico e inatteso in virtù della presentazione antinomica. Si assiste a due versioni dello stesso dialogo o degli stessi gesti, agiti da coppie-tipo: adulto/bambino, uomo/donna, padre/figlia, marito/moglie, giovane/vecchia, padre/madre, omosessuale/eterosessuale che generano incertezza e inducono a riflettere sull'ambiguità e instabilità delle relazioni interpersonali e sul significato diverso che parole e azioni assumono a seconda del contesto.
Lo spettatore è coinvolto con un effetto includente e immersivo.